Sbamm

lunedì 22 novembre 2010

Sapere Poco, Sapere Tutto



Il segreto è puntare a non sapere quasi niente di tutto. La conoscenza maniacale di una singola materia ti rende utile per il mondo quanto una copia del libro di Cotto e Mangiato può esserlo per una casalinga analfabeta. Ma anche per qualsiasi altra persona sensata, a ben pensarci.

Il fatto è che discussioni infottate su un dato genere musicale, con tanto di citazioni di artisti misconosciuti o brani fondamentali per la sopravvivenza di una scena underground spina dorsale di un determinato genere, non servono proprio a un cazzo. O perlomeno sono totalmente inutili al restante 90% della popolazione cui non frega nulla di quello di cui state parlando e che preferirebbero essere a casa  vedere X - Factor.

Così come, a parte quel tipo con gli occhi strabici e la bava alla bocca che siede di fianco a voi e parla come D'Annunzio, a nessuno importerà granchè della vostra conoscenza esaustiva del fantastico universo della poesia. Garantito al limone.

Sapere qualcosina di musica, avere un'infarinatura di letteratura, una conoscenza base di cinema, rudimenti di calcio e qualche nozione della composizione del suolo lunare vi renderà invece un fottuto luminare, uno che può affrontare qualsiasi conversazione senza troppi problemi.

Chi ne sa di più è un inutile pazzo.





mercoledì 10 novembre 2010

Poveri Stronzi



Voi non potete immaginare quanto sia difficile vivere alla grande. Credete che sia semplice avere l'ultimo modello di auto di lusso, frequentare il club più fico del momento, andare a mignotte una sera sì e una no o pippare cocaina con costanza maniacale? Non lo è per un cazzo, ve lo dico io. 


È uno stile di vita che richiede sudore, dedizione e una grande determinazione. Sì, determinazione. È roba per gente con le palle, non per i perdenti. Solamente chi ha i numeri lo può fare. E fidatevi che anni passati a sputare sangue sui piatti caldi e sulle lenzuola di persone incontrate durante serate Vip ti segnano indelebilmente. 

Andare a lavorare ogni fottuta mattina, risparmiare per avere la certezza di riuscire a pagare il mutuo a fine mese, stare attento a cosa compri al supermercato, è tutta roba da falliti. Sono milioni, in tutto il paese, quelli che fanno così. Sono capaci tutti, che ci vuole?

Per questo meritano aiuto e compassione una giovanissima escort ambiziosa o un vecchio cantante che si è sputtanato capitali fra cocaina, auto e puttane. Loro sono dei poveri bisognosi.

E noi siamo solo dei poveri stronzi.

lunedì 1 novembre 2010

C'Eravamo Tanto Odiati



Voglio essere odiato. Perchè l'odio è un sentimento sincero, viscerale, conseguenza speculare dell'amore.


L'odio cela una forma di rispetto, di timore, di profonda stima. Sì, stima. Non si può odiare qualcuno che in fondo al cuore non si stima. Perchè per provare odio verso qualcuno, bisogna reputarlo degno di ricevere un sentimento. Che cazzo, non si può provare odio verso una pianta grassa o nei confronti di un vicino di casa che si comporta esattamente come una pianta grassa. L'odio è necessario almeno quanto l'amore, e spesso procedono di pari passo. Anzi, l'amore è un sentimento sopravvalutato, che senza la sua nemesi nemmeno esisterebbe. Basti pensare a Lupin e Zenigata, Luke Skywalker e Dart Fener o anche, perchè no, Sandra e Raimondo. Un po' di fottuto odio è vitale quanto il primo cocktail del giorno per un alcolizzato, fa bene a chi lo prova ed è gratificante per chi lo riceve.

Amate il vostro prossimo come amate voi stessi ma, vi prego, odiate me.

martedì 12 ottobre 2010

Storie di Merda



Non è che me le vada a cercare, è che ci finisco dentro. Com'è che era il detto? Quello della montagna e di Maometto. La montagna, nel mio caso, è fatta di merda e avanza a tutta velocità verso la mia faccia, pronta a colpirla. L'effetto non sarebbe proprio come quello che avrebbe una montagna che si schianta contro il povero Maometto. Sarebbe più come quando in televisione si lanciano le torte di panna in faccia. Ma qua la torta è fatta di merda.

Ho la capacità di cacciarmi in storie di merda sin da quando ero bambino. Come quella volta che, appena tredicenne, mi sono ritrovato nella stanzetta buia di un commissariato in compagnia di un tizio senza denti e una cicatrice in fronte lunga come la spanna di un uomo adulto (il che la dice lunga sulle dimensioni del tipo) e un travestito che non si capiva se era più disfato dalla cocaina o dai calci in faccia presi dalle Forze dell'Ordine. Che poi quando hai tredici anni non è che ti freghi granchè di trovarti dentro. Anzi, è persino eccitante perchè ti trovi catapultato nel mondo degli adulti. Solo con il senno di poi ti rendi conto di essere nel cestino della monnezza del mondo degli adulti. Ma al momento la più grande preoccupazione è che la notizia riguardante il tuo giro turistico al gabbio giunga alle orecchie dei genitori. Ed è matematicamente impossibile, finchè sei minorenne e hai dei genitori, che non ci arrivi. Così sono passato da una situazione di merda a un'altra. Da un cesso di commissariato alla crocifissione nello sgabuzzino di casa, nutrito solamente con anfetamine e panette di burro. L'aspetto positivo è che almeno non c'erano travestiti demoliti.

Un'altra volta, ma lì ero già maggiorenne, sono stato rapito. Non è una cazzata, tipo quando ti inventi un aneddoto impressionante per fare il figo con gli amici. Mi hanno rapito e portato in un posto buio e lontano, molto lontano, lontanissimo. Penso non fosse nemmeno su questo pianeta. In effetti l'accento con cui parlavano i tipi era strano, praticamente incomprensibile. Anzi, togliete il praticamente. So solo che mi sono trovato dopo qualche giorno con una faccia che non era la mia e la capacità di ruotare la testa di 360°. A volte trovarsi nella merda può anche avere aspetti positivi.

E ora mi ritrovo qui. Chi l'avrebbe mai detto, quando mi sono svegliato stamattina, che sarebbe finita così? In fondo era una giornata qualunque. Ho lavorato sodo, come ogni giorno. Sono un operaio specializzato. Ho un lavoro monotono ma tutto sommato mica male; produciamo souvenir da lancio. Pare che al momento sia l'articolo più richiesto dai terroristi di mezzo mondo. Finito il turno sono andato a prendere quella tipa conosciuta il giorno prima in quel negozio di armi. Oltre a essere una gran fica, sembrava pure una brava ragazza, educata e con la testa sulle spalle. Non avrei mai immaginato che avesse certe abitudini. E ora mi ritrovo qui, a sguazzare in una piscina piena di merda. E una volta che ti abitui all'odore, non è nemmeno così male.

domenica 10 ottobre 2010

Barzellette Raccontate Male


Non so voi ma io, per pagare l'affitto, mi vedo il più delle volte costretto a fare i salti mortali. Oh, che poi non è che abiti in una villa o un loft in centro. Sto in un cazzo di bilocale in provincia, comodo con il centro città ma pur sempre in provincia.

Ho vissuto in diversi appartamenti nella mia vita, sempre in affitto. Sempre uno alla volta. Da Londra a Milano, dalla città alla campagna. Ho sempre lavorato sodo, certe volte pure troppo. E ho sempre faticato a pagarli. Non è che voglio piangere miseria, lamentarmi del fatto che gli affitti sono alti, gli stipendi bassi e tutte quelle menate lì già sentite e risentite. Chi se ne frega, al momento sto comunque bene. Ho un tetto, il frigo pieno e qualche vizio soddisfatto. Per il futuro ci preoccuperemo più avanti.

Tutto bene, quindi. Si dice che i soldi non facciano la felicità, e ci si sta abituando sempre più all'idea.

Ma poi arriva sempre qualcuno a guastare la festa.  Tipo quell'anziano burlone di bassa statura che, durante un comizio, se ne esce con frasi del tipo: "Continuano a dire 'Berlusconi a casa', il che mi crea un certo disagio. Perchè disponendo di 20 case, non saprei in quale andare".

Non suona come una gran presa per il culo? Viene da pensare a chi ha l'ingiunzione di sfratto, chi ha rate del mutuo arretrate, chi a 40 anni è costretto a vivere con i genitori perchè non può permettersi un appartamento suo. Questa è l'Italia: un paese che non arriva a fine mese o ci arriva a stento. Questa è la realtà.

Tutto il resto è solo una barzelletta raccontata male.

mercoledì 6 ottobre 2010

Chi Non Cerca Trova


Ho imparato che quando cerchi una cosa non la trovi mai. Sì, lo so che è una scoperta del cazzo, ma ci sono momenti in cui ti rendi conto di qualcosa sperimentandone il contrario.

È come quando rovesci divani e svuoti vasi di fiori cercando di capire dove hai messo le chiavi di casa. Poi, quando sei rassegnato, decidi di sbattertene e ti siedi a bere una birra. Ed è lì che ti accorgi che le cazzo di chiavi sono in bella vista sul tavolo del salotto.

Così passi la vita in cerca di qualcosa, fra centinaia di persone, di esperienze e di cazzate. Perdi tempo, senza trovare quello che vuoi. Ti illudi che esplorando il fondo di bicchieri di cocktail, portaceneri, locali fumosi e miriade di luoghi che detesti ma che tenti di farti piacere per sentirti parte di qualcosa, prima o poi quella mancanza che avverti verrà colmata.

E poi scopri che quello che cercavi era lì, a lavorare al piano di sopra.

sabato 2 ottobre 2010

Confessioni di un Feticista della Bestemmia



Mi ritengo un feticista della bestemmia.


Si, lo so: bestemmiare è stupido, indipendentemente dal rapporto con la fede cattolica. Se sei credente e bestemmi sei un coglione perchè insulti il tuo Dio, se non ci credi e bestemmi sei un coglione comunque, perchè sprechi parole verso qualcosa che non esiste.

Ma bestemmiare è bello, liberatorio. La bestemmia ha un bel suono, una sua estetica che urta e delizia al tempo stesso. Un bel bestemmione, se pronunciato con la giusta intonazione e una buona enfasi, può diventare un capolavoro del turpiloquio, dotato di una potenza senza pari.

Vorrei collezionare bestemmie, registrarle, catalogarle e attribuire loro un voto. Poi mostrerei la mia collezione agli amici, vantandomene, e commentando con frasi del tipo: "Uè, senti questa qua che violenza. Ascolta quest'altra che eleganza. Questa invece è di uno famoso, senti che roba".

Poi arriva un premier con problemi di altezza e di identità a raccontare una barzelletta sessista, fuori luogo, vecchia e assolutamente poco divertente. Tira in mezzo inutilmente un ministro e lo offende senza motivo. Conclude il tutto con una bestemmia. Lui, che si proclama "L'Unto dal Signore", ha bestemmiato. Il Presidente del nostro paese crede ancora di fare l'animatore sulle navi da crociera. Il suono del suo porcone è falso, grottesco, privo di qualsiasi fascino. Davvero di cattivo gusto, irritante, blasfemo, senza stile.

Non ho mai sentito, in tutta la mia blasfema esistenza, una bestemmia così brutta.

Voto: 0.

giovedì 30 settembre 2010

Sul Legame Fra Pioggia e Governo



Il paese va a puttane. O meglio, alcuni suoi esponenti vanno a puttane, altri non se lo possono permettere e altri ancora non ci vanno perchè credono nell'amore.

Ma va beh, cercare il pelo nell'uovo è un inutile spreco di tempo, e io ho già buttato tre righe per dire che questo paese fa schifo. Cioè, intendiamoci, l'Italia è un posto della madonna, abbiamo meravigliose montagne, spiagge da paura, città d'arte che ci invidiano in tutto il mondo e un clima di cui, tutto sommato, non ci possiamo lamentare.


Insomma, è che oggi non piove. Ma il Governo è ladro sempre e comunque.

martedì 28 settembre 2010

Siate Maledetti, O Ladri di Biciclette



Se Dio esistesse davvero, non credo permetterebbe ai ladri di biciclette e di computer portatili di continuare indisturbati a compiere il loro ignobile lavoro. Ci sono criminali che hanno una dignità e un'etica del tutto rispettabile. I ladri di biciclette e di computer portatili, invece, non ne hanno. 

Nel primo caso, non mi capacito della malvagità che occorre per privare una persona del mezzo di trasporto solo per ricavarne qualche decina di euro. Lo sgomento che si prova, magari dopo una giornata di lavoro, nello scoprire che la propria due ruote è stata bellamente fottuta da ignoti, non si può spiegare a parole. Non stiamo parlando di un'automobile, un mezzo troppo costoso buono solo per formare code in città prive di mezzi di trasporto. Ma di un'innocua bicicletta. Le biciclette sò pezzi 'e core. Cazzo.

La seconda categoria da maledire a piene forze è quella dei ladri di  portatili. Quanto ci si può guadagnare da un computer usato? Nemmeno i soldi per un pieno di benzina. Per cui con i soldi ricavati gli autori dell'orrendo crimine non riuscirebbero ad arrivare abbastanza lontani da non udire le bestemmie del malcapitato a cui è stato sottratto il PC o il Mac del caso. Al giorno d'oggi in un portatile ci sono quantità incalcolabili di lavoro, di soldi e sudore. Senza contare parecchi mega di musica e materiale pornografico scaricati a sbafo dal web. Insomma: un danno irreparabile. 

Per questo io maledico voi, o ladri senza scrupoli, e spero che prima o poi il male che avete fatto vi si ritorca contro amplificato all'ennesima potenza.

Firmato: uno che dimentica le biciclette slegate e i computer in bella vista sui sedili della macchina.

lunedì 27 settembre 2010

Titolo Non Banale Per Inaugurare Un Blog

Eccomi, alla fine l'ho fatto. Non ci ragionavo da tempo, non erano mesi che pensavo "Cazzo! Quanto mi piacerebbe aprire un blog!" 
No, è un'idea che ho avuto oggi. Pensare e fare. Adoro quando le due azioni si susseguono in senso logico.

Ho aperto un blog per non morire. Oh, intendiamoci: godo di ottima salute fisica e mentale. Faccio sport regolarmente, mi tengo in forma, mangio due volte al giorno e sto attraversando un periodo fottutamente sereno. Ma ho bisogno di una valvola di sfogo, o temo che le parole continuino ad accumularsi dentro di me fino a soffocarmi. Dev'essere davvero brutto rimanere soffocati dalle parole, peggio di un'otite o di un mal di denti. Il pensiero mi spaventa quasi quanto quello di un amplesso fra Lele Mora e Fabrizio Corona.

Ho bisogno di ginnastica per il cervello. Esistono le palestre in cui scolpire muscoli, parchi in cui correre, letti, sgabuzzini, aerei, ascensori, locali del gas, macchine e chiese sconsacrate in cui fare sesso. Una miriade di luoghi in cui sfogare la tensione fisica accumulata durante le giornate.

Anche la mente ha bisogno di un luogo in cui sfogarsi, e io ho deciso di farlo qui. Ora e ogni volta che ne sentirò il bisogno. Le parole in eccesso finiranno su questo blog. Lo faccio per non soffocare, per respirare meglio. 
Respiro. Respiro. Respiro. Respiro